Pagine

sabato 18 luglio 2015

Parigi, la mia prima volta!

Sto scegliendo la prossima meta per le vacanze estive; indecisa fra mare, relax o sola cultura, rivolgo i miei pensieri all'ultima città, meravigliosa, visitata quest'anno in pieno inverno ... Parigi. Pochi giorni in cui ho vissuto la città della Belle Époque quasi fossi parte integrante di quel Paese.

Non conosco un'acca di francese, sono partita da Roma da sola, e atterrata a Parigi Beauvais in serata, ho gli occhi sgranati per capire dove andare e come fare per raggiungere la mia amica Chiara che è già in città dal pomeriggio. I francesi non parlano l'inglese e figuriamoci l'italiano... ma niente panico!
Prendo il primo autobus (viaggiare da soli ha il grande vantaggio di potersi intrufolare ovunque e di riuscire a trovare posto sempre, senza dover aspettare il prossimo turno), un'ora di viaggio e comincio a intravedere mille luci e un faro lontanissimo... O mio Dio è la Torre!!! Non ho mai capito cosa la gente ci trovasse di così affascinante in quel pezzo di ferro... finché non ha stregato anche me!

Insomma l'autobus giunge in un parcheggio buio, dall'altro lato della città rispetto alla mia meta, intorno alle 22:30; mi dirigo verso un segnale che sembra indicare la "Metropolitain", passo all'interno di un mega centro commerciale, chiuso a quell'ora, ma ugualmente elegantissimo, e prendo il primo treno.
La mia meta è Hôtel de Ville (palazzo del municipio parigino, il nostro Campidoglio a Roma). Arrivo a destinazione, esco dalla metro e mi ritrovo davanti uno spettacolo incantevole, la sensazione è quella di essere stata catapultata indietro nel tempo, tutto mi porta ai primi del '900, un sogno; a riportarmi nel convulso 2015 gli striscioni (raffinati persino quelli) che cadono giù dal piano più alto del municipio, ricordano la strage di pochi giorni prima: "Paris est Charlie".

E sì, è il 15 gennaio, una settimana dalla strage alla redazione di Charlie Hebdo. Ma Parigi resta la ribelle di sempre e non si lascia piegare, ma dispiega le armi e maestosa scende all'attacco.
E' questo uno degli aspetti più affascinanti della capitale francese, non si difende mai, attacca.

Proseguo la ricerca dell'Airbnb in cui Chiara mi sta aspettando, probabilmente anche un po' preoccupata, mentre scatto foto, parlo con la gente, un po' in inglese, un po' in italiano e persino con qualche nota spagnola (un minestrone). Trovo la via di casa grazie a una gentilezza mai assaporata (eppure mi avevano descritto i parigini in modo pessimo! Tutte fandonie!).
Una signora mi colpisce, qualche anno più di me, sta rientrando a casa dal lavoro con un collega, è la personificazione della raffinatezza delle donne parigine, nel vestire, nei capelli, nel portamento, nel modo di porsi... insomma la mia breve vacanza è appena cominciata e io sono strafelice e strainnamorata!

Non ho con me la reflex, né la powershot, scatto con il cellulare, ma soprattutto con il cuore. I suoni di Parigi, i colori, il cielo così romantico, e le vette dei palazzi che sembrano sfiorarlo quasi a volerlo accarezzare. E poi la musica: ragazzi, la musica a Parigi è un'altra cosa, Parigi è musica, in ogni angolo, in ogni piccolo locale. Una città da vivere, una cultura da condividere.

Trovate qualche mio scatto subito sotto, e un mini video in cui riprendo una big band alquanto surreale che si esibisce davanti all'Opéra de Paris.

Torno alla scelta della prossima meta, come sempre grazie, au revoir.





lunedì 13 luglio 2015

Lorenzo negli Stadi 2015: "Io no che non m'annoio!"

Lorenzo negli Stadi 2015 - Stadio Olimpico Roma
Lorenzo negli Stadi 2015 - Stadio Olimpico Roma. Ph. (c) Michele "Maikid" Lugaresi

Quello di ieri allo Stadio Olimpico di Roma è stato il mio sesto concerto.
"Da zero a dieci, cento" Lorenzo, il mio voto da zero a dieci è cento, purché tu continui a lasciare "tutto acceso": il calore, il candore, l'amore infinito per la tua tribù che balla, quella che ti accompagna da quasi trent'anni, che ha gioito con te e per te, che ha anche sofferto con te, questo rende speciale il tuo spettacolo: l'intesa intensa con la tua gente.
Giovani, giovanissimi, bimbi (come quello a cui hai sfiorato il nasino prima di chiedergli il cinque), ma anche adulti e nonni, insomma una moltitudine variopinta!

La cosa che amo dei tuoi concerti è la luce che vien giù dai tuoi occhi quando ci guardi così immensi, infiniti intorno a te, tutti lì per te, per chiederti ancora una volta di farci sognare, ballare, saltare, cantare a squarcia gola, senza sosta, come solo tu sai fare, e con l'augurio che la tua energia possa trasferirsi, anche solo in quantità infinitesimale, nelle nostre vite. Quella stessa energia che ci chiedi, che alimenta la tua carriera e che ci restituisci ogni volta con la forza di un moltiplicatore impazzito.

Scrivo del tuo spettacolo mentre, guarda caso, continuo ad ascoltare il tuo ultimo disco, con l'illusione che le emozioni vissute ieri sera possano durare ancora oggi e poi domani e poi ancora ... ma il bello è proprio lì, al termine dei tuoi concerti, vado via ogni volta stremata, con piedi, schiena e gola doloranti, ma felice e impaziente di scoprire cosa ci riserverai per la prossima volta.
Due anni fa hai espresso tanta gratitudine riportandola persino in un libro (Gratitude di Lorenzo Jovanotti Cherubini, ed. Einaudi), concedimi di ricambiare.

Un palco ricco di colori, allegria, di grandi musicisti, tutto reso possibile da uno staff tecnico impeccabile. Un suono sublime, un impianto galattico, un numero inconsueto di passerelle per arrivare a tutti... ce n'era per tutti, ci hai salutati tutti.

Un grande artista che a fine concerto si è definito "un fratello", che ha faticato su quel palco per divertirsi e divertirci, con la sua inseparabile croce al collo per mai dimenticare di alzare gli occhi al Cielo.

Ci vediamo in giro Lorenzo. Concedimelo: sei stato Spaziale! Grazie


Le foto del concerto son qui: clicca