giovedì 7 dicembre 2017

Sant'Ambrogio, la prima della Scala e Milano in festa

Maestro Riccardo Chailly - prima della Scala 2017/2018
M° Riccardo Chailly

Da ragazzina venivo spesso a Milano con i miei per trascorrere le feste con gli zii, che all'epoca vivevano a Cologno Monzese, lì dove ci sono gli studi Mediaset, quelli che noi raggiungevamo in bicicletta o con i pattini, con la speranza di incontrare "Kiss me Licia" e tutta la band, specie Mirko che andava per la maggiore tra noi ragazzine, che poi oggi mi chiedo il perché, chissà sarà stato il ciuffo rosso, chi può dirlo ormai.

Ad ogni modo fu proprio in una di quelle visite che scoprii l'esistenza di un Santo, fra i tanti di Dio, dal nome Ambrogio. Sì perché una delle amiche delle mie cugine, una tipetta tutto pepe, dai capelli scuri scuri e lisci lisci con la frangetta e con delle ciglia lunghissime, si chiamava Ambra; e lì pensai, "che nome strano, addirittura più strano del mio", da noi a Matera non esisteva un nome così. (Ah una specificazione è d'obbligo: "Non è la Rai" e il debutto pubblico dell'adorabile Ambra Agiolini erano ancora molto lontani dall'accadere.)

Insomma, fu allora, quando chiesi spiegazioni sulla provenienza di quel nome bizzarro, che mi raccontarono del Santo Patrono di Milano, per cui si fa festa in dicembre e da cui prende il nome addirittura la liturgia delle chiese in Lombardia. Per inciso, a questo, a dire il vero, ancora non mi ci abituo, quando vado a messa a Milano, mi sembra di vivere su un altro pianeta, non che sia così diversa dalla messa secondo la liturgia romana, ma l'avvento parte un mese prima, il segno della pace ce lo si scambia prima della professione di fede - il Credo, insomma una gran confusione, e io mi sento un extraterrestre. Ma andiamo avanti.

Oggi vivo a Milano, ed è il giorno di Sant'Ambrogio, in periferia è tutto molto calmo e rilassato (eccetto all'Esselunga, c'è da esaurirsi lì dentro, ci son passata stamattina, la gente era in iperattività, mentre io son finita in iperventilazione, ahiahi!)

Accade un evento speciale, proprio in occasione della festa patronale della città: come da tradizione, viene inaugurata la nuova stagione lirica del Teatro alla Scala, il teatro d'Opera più importante d'Italia, ma forse sarebbe più corretto dire del mondo.

Mentre il mio primo incontro con Sant'Ambrogio è lontano decenni, quello con la prima della Scala risale a molti meno anni. Fino a quando non ho iniziato a innamorarmi dell'Opera lirica, la più completa forma d'arte esistente, e l'espressione culturale più alta della tradizione italiana, e poi mondiale. Pensateci, in essa ci sono bel canto, recitazione, musica, scenografie, coreografie, costumi, tutti tenuti insieme da un'unica sceneggiatura. 
In essa, nell'Opera, arti e mestieri si fondono, si confondono, sino ad amalgamarsi raggiungendo livelli di bellezza estremi.

Ma vi dirò di più, fino a pochissimi anni fa, per un paio di stagioni, ho avuto il privilegio di occuparmi, per l'azienda per cui lavoravo, della promozione di un'intera stagione lirica: dieci opere selezionate tra quelle eseguite nei migliori teatri del mondo che venivano trasmesse dai teatri direttamente sugli schermi dei cinema d'Italia. 
Potete immaginare come l'evento clou dell'anno, per me e per i miei colleghi, fosse proprio la prima della Scala, in quel 7 dicembre di ogni anno. 

Era divertente per me, sempre stimolante, studiavo approfonditamente, e mi sentivo responsabile di scrivere comunicati che giungessero chiari a tutti, soprattutto a chi ancora non conoscesse la bellezza che si cela e si rivela in questa incantevole arte, fatta da artisti e da artigiani insieme. 
Del resto l'arte senza artigiani non potrebbe esistere. Pensateci, cosa potrebbe suonare un violinista, un flautista, un arpista senza le sapienti mani di colui che forgia la materia per dar forma al suo strumento? O cosa mai potrebbe indossare un cantante senza le mani di sarti e costumisti, e davanti a quali scene senza falegnami e macchinisti?

Quegli anni di lavoro li ho vissuti proprio a servizio del teatro d'Opera, perché ritrovasse diffusione e vicinanza al pubblico così come ce l'aveva un tempo.

Ma non mi lascerò sopraffare dalla nostalgia, oggi sono qui, nella città di Milano e mi godo questo meraviglioso evento sul grande schermo... quello del mio televisore. (l'appuntamento è su RAI 1 dalle 17.45 ;).

Quest'anno la stagione è aperta dall'Andrea Chénier di Umberto Giordano, per  la regia di Mario Martone, le scene di Margherita Palli, con protagonisti Anna Netrebko, Yusif Eyvazov e Luca Salsi, e la direzione d'orchestra del M° Riccardo Chailly, milanese che proprio nel 2018 festeggia i 40 anni dal suo primo debutto sul podio operistico.

Per i miei lettori più curiosi e desiderosi di conoscere meglio quest'Opera, che torna alla Scala dopo trentadue anni di assenza, potrete trovare tutti gli approfondimenti cliccando qui da pagina 5.

Buona stagione d'Opera a tutti!

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