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giovedì 16 aprile 2020

Amo Giorgio Armani da sempre e vi spiego perché


Amo l'eleganza, in ogni vetrina cerco la raffinatezza, come quando pratico l'arte che amo, lo yoga, o l'arte che vivo, la fotografia.
Sono un po' controcorrente nel vestire, ma ammiro l'arte nella moda.
Ammiro molto da sempre un grande stilista, affascinata dalle sue campagne di comunicazione.

domenica 24 dicembre 2017

Finché c'è qualcuno da amare, c'è un Natale da festeggiare

Finché c'è qualcuno da amare, di Susanna Bo
ed. San Paolo
Con i libri ho un rapporto strano, quando li leggo mi sembra di entrare in un'altra dimensione, come in un mondo parallelo, in cui fatti e personaggi prendono forma e vita, in cui colori e ambienti sono dettati dalla mia immaginazione, e in parte dalla realtà che mi circonda.
Mi sento, mentre leggo, regista e fotografo, primi piani, campi larghi, dettagli, controcampi, sono io a ritmarli. Muovo i fili nel telaio di una storia scritta per me dall'autore.

mercoledì 8 novembre 2017

Painting with a Twist, divertirsi con Arte

Renee Maloney e Cathy Deano fondatrici di "Painting with a Twist"

Oggi vi voglio raccontare la storia di due donne statunitensi, che incarnano proprio l'ideale di "americano" che tutti noi, che viviamo da quest'altra parte dell'oceano, abbiamo.

mercoledì 21 dicembre 2016

Come te nessuno mai, ma resto "Single per legittima difesa"

Metti una mia ex-collega, oggi brava giornalista, di quelle brave che ne son rimaste in poche, e quando dico brava, dico brava.

Metti che questa mia ex-collega è napoletana, e quindi vince anche solo per questo.

Metti che questa ex-collega, sempre lei, è simpatica, ma simpatica simpatica, di quelle che è sempre salutare leggere i suoi post su Facebook la sera prima di addormentarti, così checché ti sia accaduto durante la giornata, ti addormenti col sorriso, sempre.

Metti che sei single, o lo sei stata, o lo sei stato.

Metti che sei donna, o uomo, o sei fortunato e lo sei entrambi.

Ecco se stai messo o messa così, il libro che ti consiglio per Natale, e anche per dopo, da tenere sul comodino, o anche in borsa, nello zaino, insomma dove ti pare, è proprio il suo.

Sì il suo, quello di Nunzia, la mia ex-collega, proprio lei, Nunzia Marciano.
Il suo libro, che sta spopolando sul web e ovunque, è "Single per legittima difesa" (ségnalo ;).

Si acquista online (qui o sul sito dell'editore), arriva a casa in due, tre giorni al massimo, ma se sei fortunato e vivi o passi per Napoli, lo trovi in Feltrinelli, quella della stazione, che appena scendi dal treno e sorpassi i binari te la ritrovi sulla sinistra.

"Single per legittima difesa" di Nunzia Marciano
"Single per legittima difesa"
di Nunzia Marciano
Alessandro Polidoro Editore
Io l'ho preso in doppia versione, kindle e cartacea (eccomi qui accanto, soddisfatta all'arrivo della mia copia - non badate al mio faccione appena sveglio, il soggetto è il libro); quella cartacea è sul comodino, quella kindle ovunque con me :D.

Comincio la lettura dei miei libri sempre dalla prefazione, lo sapete. E così ho fatto anche con "Single per legittima difesa". Molti di solito passano oltre per arrivare al dunque e iniziare la lettura, ma in questo caso, consiglio di soffermarvi sulla prefazione, vi preparerà al seguito.

Quando passerete alle pagine in cui Nunzia scrive e racconta in prima persona, leggete con un accento leggermente napoletano, vi aiuterà ad entrare nel personaggio. Anzi nei personaggi. E sì perché "Single per legittima difesa"  parla di Nunzia, di me, di te, di noi tutti (anche se napoletani non si è).

L'autrice passa in rassegna diverse situazioni tragicomiche che possono capitare quando si è "soli", e lo fa in modo al tempo stesso scanzonato e profondo, come solo Nunzia riesce. E vi ritroverete anche a chiedervi come caspiterina faccia!

Tutto parte dai suoi divertentissimi post su Facebook, in cui racconta le sue peripezie e quelle capitate a sue amiche e/o conoscenti. I soggetti son sempre due di solito, una lei e un lui, e la reazione di lei all'azione di lui (che sarebbe meglio talvolta non agisse affatto).

Nel libro, Nunzia spiega le dinamiche reali dietro ogni singolo post.

Per rendervi l'idea vi lascio con uno dei post che incontrerete nel libro, il resto lo scoprirete divertiti e ad un certo punto vi scoprirete a riflettere:

post dell'11 giugno 2015

'Ti scrive.
Ti chiede il numero.
Ti invita a: caffè-pranzo-cena-week end fuori-vacanza alle Maldive-comunione del nipote-funerale del prozio.
Ti viene il dubbio: "Ma mica sei fidanzato-sposato-impegnato o qualunque altra cosa finisca in -ATO?"
"Sono fidanzato... Perché?"
Lo uccidi.
Ti assolvono.'

Buona lettura!
"Single per legittima difesa" di Nunzia Marciano, Alessandro Polidoro Editore.



martedì 15 novembre 2016

Ho visto gli uomini volare..su un A380!


Quand’ero ragazzetta, sognavo tanto di lavorare nel marketing aeroportuale o ferroviario, tant’è vero che ai tempi dell’università scelsi di compilare una tesi in economia dei trasporti .. dopo un primo “Signorina, perché vuole spezzarsi le gambe prima di uscire di qui?”, del mio venerando Professore, in risposta alla mia proposta di occuparmi di indagare le cause del mancato arrivo delle Ferrovie dello Stato in Matera, mia città natale, nonostante trent’anni di annesse polemiche e rimostranze, decisi di cambiare rotta e proporgli un’analisi economica e di marketing del nuovo Airbus A380 che proprio in quegli anni stava vedendo la luce.
Ph. by official website Airbus, A380
Sarebbe stato il primo aereo (per altro di fattura esclusivamente europea) dotato di due piani, di oltre 500 posti, di ogni confort in cabina, inclusa doccia, sala bar e così via. Il venerando Prof. cassò anche questa proposta, troppo avanti questa volta (era appena cominciato l’anno domini 2004). Al di là di tutto, vi ho raccontato una delle mie solite peripezie alla Mila Hazuki (l'imbranatella di Shiro e due cuori nella pallavolo, per intenderci), perché ieri mi sono casualmente imbattuta in uno degli spot più completi e ben fatti dell’ultimo periodo, con protagonista proprio l’Airbus A380. Lo spot è stato lanciato nell’ultimo mese dalla compagnia aerea Emirates e vede come testimonial d’eccezione, una Jennifer Aniston bella, semplice e friendly, proprio come ai tempi di Friends (ricordate l’appuntamento fisso delle otto della sera, televisore sintonizzato su RAI2 prima di cena e del TG? Noi eravamo tutte in sala a vedere il nostro telefilm preferito, Friends appunto! Indimenticabili momenti di vita da coinquiline :)

Lo spot a cui mi riferisco, che riporto qui sotto, mostra tutto il lusso e il confort di cui è dotato un A380, e non solo in primissima classe. È questa, infatti, la chiave vincente dello spot, e soprattutto di questo meraviglioso vettore: per dirla con Jen, peccato dover scendere “si sta così bene qui su!”.
Buona visione e soprattutto buon viaggio!

venerdì 15 luglio 2016

Nizza, io cosa posso fare?

Oggi avrei voluto pubblicare un post sul concerto che ho seguito ieri sera, alla Cavea del Parco della Musica, ma non me la sento proprio. Lo farò più avanti.

Ma oggi proprio no. Stanotte, rientrata a casa, prima di addormentarmi ho scattato una foto dalla finestrella di casa mia da cui fra i palazzi si intravedeva la faccetta silenziosa e luminosa della luna, circondata da qualche nuvoletta.

Moonlight thinking of Nizza
Poi ho dato l'ultima occhiata ai social, e ho tristemente scoperto quello che era accaduto da pochissime ore. Un camion si era scagliato fra la folla in festa radunatasi per i fuochi d'artificio in occasione dell'anniversario della presa della Bastiglia. Nizza.

Per un istante ho avuto la sensazione tipica che preannuncia uno svenimento. Mi si sono tappate le orecchie, ho dovuto chiudere gli occhi. Son rimasta immobile, seduta per qualche minuto.

Come sempre, anche ieri sera ho fatto tutto di corsa per raggiungere il luogo del concerto, rientro dal lavoro, doccia, non mi asciugo neanche i capelli (ci penserà il vento, mi dico), cucino al volo l'hamburger che avevo previsto per cena, mangio, lavo i denti, mi vesto, scappo di corsa a Termini.

Arrivo al concerto. Un fiume di gente, in ritardo come me (il bello di essere italiani, e romani - ok di adozione), in fila all'ingresso. Trovo il posto che avevo prenotato, mi siedo (il vento nel frattempo ha asciugato i miei capelli). Faccio la prima cosa che fanno tutti gli organizzatori di eventi, maniaci come me: osservo il palco, le strutture, la disposizione delle sedute degli orchestrali, del pianoforte, i microfoni, sbricio l'impianto audio e quello luci; do un'occhiata al parterre e alle tribune, sembra una grande festa, è pieno di gente. Vi starete chiedendo: "ma non avevi detto che non volevi parlare del concerto?". Sì infatti. Non voglio. L'ultimo sguardo, che è stato anche il primo non appena in fila all'ingresso, è stato per la sicurezza. E' stato quello il momento in cui ho pensato al Bataclan, è stato quello il primo momento della serata in cui ho pensato: "e se stasera succedesse anche a me, qui, ora", in un istante ho guardato la seduta della fila davanti a me, ho calcolato che in fondo sono piccoletta, se mi rannicchio non mi si vede. Lo confesso, un pensiero stupido. Ma io l'ho avuto.

Nonostante la squisitezza del concerto, ho pensato più volte, per brevi istanti, al Bataclan mentre ero lì.

Per rientrare a casa, sono passata da Termini, scendendo dall'autobus noto quattro volanti della Polizia, in una piazza dei Cinquecento abitata dal suo consueto popolo della notte: passeggeri sugli autobus in partenza per l'ultima corsa, alcuni turisti in partenza o appena arrivati, senzatetto sul cartone che li accoglierà sotto il chiarore dell'ultima luna e il venticello estivo di questo 14 luglio, ormai 15, è passata la mezzanotte.

All'ingresso della stazione c'è il cambio della guardia, sono i militari dell'esercito. Attraverso la stazione, cammino verso casa, dovrei sentirmi al sicuro con tutta quella Polizia e quei militari, eppure... mi chiedo, ma come mai così tanti stasera?

La risposta la conoscete. Il senso di nausea è tornato più volte da questa notte. Le lacrime agli occhi anche.

Io, in tutto questo, cosa posso fare per arrestare quest'odio? Ognuno ha la sua risposta.

La mia non l'ho ancora trovata. Ma ho una certezza.

Non rinuncerò all'amicizia del mio vicino Siriano, né a quella del mio fruttivendolo Egiziano
(preciso: sono solo esempi rappresentativi e non esaustivi, delle decine di amici non italiani o con religione diversa dalla mia, che impreziosiscono la mia vita).

No. Non ci rinuncio.


giovedì 26 maggio 2016

La buona battaglia

È strano come a volte certi libri ti chiamino per essere letti. Chissà se è capitato anche a voi. Un sabato mattina in una Roma piovosa più del solito decidi di passeggiare per librerie e negozietti vari con un amico. Entrate nell'ultima libreria e, mentre lui è alla cassa per i suoi acquisti, il tuo sguardo si posa su di una copertina, un ragazzo e una ragazza che sorridono e si tengono per mano, e un titolo che lascia spazio alle interpretazioni più bizzarre: La buona battaglia.
"La buona battaglia" Susanna Bo.
Ed. San Paolo 2016

Ma quale sarà questa buona battaglia?
Sbircio la breve bio dell'autrice, ha tre anni più di me, e cinque figli...Una mamma con una storia da raccontare, la sua. Penso ai tre libri che ho sul comodino e che devo finire di leggere, ma il richiamo è forte. Io voglio scoprirla questa buona battaglia. Lo compro. Nel pomeriggio stesso comincio a leggerlo. È folgorante sin dalla prefazione, prima facciata e mi dico: "Nancy ma sembra quasi che stia parlando don Fabio" e così incuriosita vado a leggere l'autore della prefazione, e sì, è proprio lui. Procedo.

Primo capitolo, secondo, terzo... Il libro scorre, fra sorrisi e grandi emozioni. Susanna, la mamma di cui sopra, è buffa come tutte le donne innamorate, ed è insieme impaurita e forte. Scrive per tutto il tempo rivolgendosi al suo Luigi, il grande amore della sua vita e gli racconta la verità, le sue emozioni negli anni meravigliosi, faticosi e indimenticabili vissuti accanto a lui.

Luigi, un grande uomo.
Non svelo nulla. Ma consiglio davvero la lettura di questo capolavoro del cuore.
Grazie Susanna.



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