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mercoledì 15 marzo 2017

Nathan Sawaya, The Art of the Brick

"The Art of the Brick" è un'esposizione itinerante delle opere di Nathan Sawaya, l'artista che realizza capolavori con i mattoncini Lego®. La mostra è in Italia, a Roma fino al 26 marzo, negli spazi dedicati dell'Auditorium Parco della Musica.

Vi racconto qui qualche dettaglio della vita di Nathan Sawaya e dell'esposizione, definita dalla CNN come la mostra di maggior successo mondiale degli ultimi tempi.


mercoledì 15 febbraio 2017

Auditorium Parco della Musica, una visita nel ventre della balena


Il posto in cui, qui a Roma, mi sento veramente a casa e felice di esserci ogni volta che ci capito, è proprio lui, l'Auditorium Parco della Musica.

Ieri per San Valentino, per il secondo anno consecutivo, il Parco ha organizzato un evento social con tanto di hashtag: #IloveAuditorium e #openAuditorium.
Si trattava di una visita guidata nel backstage dell'Auditorium, in quei luoghi in cui l'arte la si crea, la si produce, la si progetta e realizza, quei luoghi sacri in cui c'è la vera vita di ogni corpo culturale, lì dove, proprio come il cuore di ogni essere vivente, c'è una macchina organizzativa e artistica pulsante ed energica a tal punto da dar vita alle meraviglie sul palco, a cui ogni spettatore può assistere e di cui può fare esperienza, unica e personalissima.
Chi mi legge da un po' avrà già immaginato che non potevo che cogliere la palla al balzo, e sì, mi sono catapultata lì ieri pomeriggio, in quel luogo magico e sospeso fra sogno e realtà.

AD José Ramón Dosal Noriega e Lucia Ritrovato - Auditorium Parco della Musica - Roma
L'AD José Ramon Dosal Noriega ci accoglie
Punto di ritrovo, alle 18:15, presso l'ingresso degli artisti, e sì perché abbiamo percorso proprio le loro strade, siamo saliti per le scale raggiungendo il primo piano e di lì, davanti al plastico dell'Auditorium Parco della Musica è partito il nostro tour guidato, introdotto da José Ramon Dosal Noriega, l'amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma, appassionato e accogliente proprio come il buon padrone di casa, pensate che prima dell'introduzione, quando ancora nessuno di noi accorsi lì sapeva realmente chi fosse, è passato personalmente a salutare ciascuno di noi con una cesta di Ferrero Rocher fra le mani offrendone a tutti :).

lunedì 14 novembre 2016

Ennio Morricone in Vaticano


Ennio Morricone - "Concerto per la Carità"
Vaticano 12 novembre 2016
Sabato pomeriggio romano, autunno freddo pronto a cedere il passo all’inverno, cammino per via della Conciliazione, verso San Pietro, faccio quello che amo fare dal primo giorno in cui ho scoperto questa piazza: mi posiziono al centro, a destra e sinistra del piazzale, ripetutamente, come fossi una sfera da biliardo impazzita, per osservare, con il cambio della luce, da mille prospettive, l’abbraccio del colonnato, la facciata della basilica e il grandioso cupolone. Costeggio il colonnato a sinistra, per andare in Vaticano, e la sensazione che mi accompagna è sempre la stessa, prima di entrare in questo luogo fuori dal tempo, per me pieno di fascino e mistero (saranno state le influenze di Corrado Augias e dei suoi libri, chissà). Supero i controlli, mi dirigo verso la sala Nervi, ora Aula Paolo VI, è la prima volta per me. È enorme, calda e accogliente, ospita fino a dodicimila persone. Un’opera d’arte contemporanea rappresentante la resurrezione domina il palco, quasi a controllare guardinga le postazioni dei musicisti e dei coristi lì su.

Mi ha portato qui un concerto, che scoprirò sublime, protagonisti l’orchestra Roma Sinfonietta, il celestiale Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e il numeroso Coro della Diocesi di Roma. Si alternano alla direzione, il Mons. Frisina e il M° per eccellenza, il premio Oscar® Ennio Morricone.

Sono al “Concerto per la Carità”, indetto a conclusione dell’Anno del Giubileo della Misericordia, che terminerà il prossimo 20 novembre.

Il M° Morricone proprio in questi giorni ha festeggiato i suoi 88 anni, con sessant’anni di onoratissima carriera e altrettanti di matrimonio con l’inseparabile consorte, è accanto a lui anche in questa occasione.

Un uomo attento, che nei suoi passi porta il peso dell’età e nei gesti sul podio tutta la delicatezza e prorompenza della sua musica. Ringrazia a voce bassa con l’umiltà che lo contraddistingue dai primi esordi. Il concerto termina con la maestosa “Mission” alla quale i miei occhi non potevano che riservare una gioiosa lacrima... tanta bellezza continua ad emozionarmi.
Grazie Maestro!

lunedì 18 luglio 2016

Stefano Bollani e l'Accademia di Santa Cecilia al "Luglio suona bene 2016"

Giovedì sera, 14 luglio, Roma. 
Le peripezie per raggiungere la Cavea del Parco della Musica le conoscete già (se le hai perse, niente panico! clicca qui :).

Stefano Bollani e l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
14 luglio 2016 - Cavea del Parco della Musica di Roma
Dunque eravamo rimasti ai capelli asciugati dal vento e ai miei occhi sgranati e pieni di felicità nel vedere quella meravigliosa macchina organizzativa, perfettamente funzionante (beh come dico sempre la perfezione è nell'imperfetto, ma tutto era funzionante per davvero). 
Però non vi ho ancora detto di cosa si trattasse.

Un concerto delizioso immerso nell'atmosfera unica dell'estate romana, che mi ha emozionato sotto un cielo stellato che pareva rientrare nella scenografia dello spettacolo di cui ho potuto godere allegramente. 
I primi a salire sul palco dalle scale laterali antistanti, sono gli orchestrali, accolti dall'immancabile applauso che il pubblico riserva loro affettuosamente, come da secolare rispettosa tradizione.
Per ultimo, a salire dalle scalette a destra del palco (proprio sotto di me) il primo violino, e l'applauso si rinvigorisce. Qualche secondo di prova di assestamento, ed ecco il direttore d'orchestra, l'estone Kristjan Järvi, battito di mani ancora più forte; pensate che non lo conoscevo, mai visto in azione prima di quel momento, ma che sorpresa ragazzi, è una vera forza della natura, pensate che sul podio dirige i suoi musici con bacchetta, braccia, polsi, piedi e gambe, letteralmente danzando al ritmo di quella musica che prima di essere eseguita, è anticipata dai suoi movimenti impeccabili.
Inizia così il primo appuntamento della rassegna di concerti dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia all'interno del "Luglio suona bene", organizzato, come ogni anno, negli spazi allestiti dalla Fondazione Musica per Roma. Quattro appuntamenti ognuno dei quali con un ospite d'eccezione.
Ad aprire la rassegna quest'anno è Stefano Bollani, si proprio lui, quel pianista simpatico che talvolta bazzica in televisione. E' la seconda volta che ho il piacere di apprezzarlo dal vivo, e confermo, di simpatico è simpatico, tanto, ma al pianoforte è sublime. Semplicemente.

Dal titolo "Bolero" l'evento ha visto il pianista milanese impegnato nel Concerto Campestre di Francis Pulenc, (originariamente composto per clavicembalo), nella sua trascrizione per pianoforte.

Non ha un accompagnatore Stefano Bollani, le pagine dello spartito le gira da sé, accenna qualche mimica gag con il primo violino e il direttore, fa sorridere, non trova le scalette per scendere dal palco e rischia di tuffarsi tra le braccia della sicurezza, e una volta davanti agli 88 tasti bianchi e neri, manda in estasi platea e tribune. Persino la gabbianella che si diverte a sorvolare la Cavea si lascia trasportare dal rintocco delle sue dita.  

Il resto lo lascio alla vostra fantasia con l'augurio, se vorrete, che possiate farne (o rifarne) esperienza.

Nel video pochi secondi dei 18 memorabili minuti del Bolero eseguito dall'Accademia Nazionale di Santa Cecilia a chiusura del concerto.

Orchestrali pazzeschi. Un unico cuore pulsante.

Buona musica a tutti!


venerdì 15 luglio 2016

Nizza, io cosa posso fare?

Oggi avrei voluto pubblicare un post sul concerto che ho seguito ieri sera, alla Cavea del Parco della Musica, ma non me la sento proprio. Lo farò più avanti.

Ma oggi proprio no. Stanotte, rientrata a casa, prima di addormentarmi ho scattato una foto dalla finestrella di casa mia da cui fra i palazzi si intravedeva la faccetta silenziosa e luminosa della luna, circondata da qualche nuvoletta.

Moonlight thinking of Nizza
Poi ho dato l'ultima occhiata ai social, e ho tristemente scoperto quello che era accaduto da pochissime ore. Un camion si era scagliato fra la folla in festa radunatasi per i fuochi d'artificio in occasione dell'anniversario della presa della Bastiglia. Nizza.

Per un istante ho avuto la sensazione tipica che preannuncia uno svenimento. Mi si sono tappate le orecchie, ho dovuto chiudere gli occhi. Son rimasta immobile, seduta per qualche minuto.

Come sempre, anche ieri sera ho fatto tutto di corsa per raggiungere il luogo del concerto, rientro dal lavoro, doccia, non mi asciugo neanche i capelli (ci penserà il vento, mi dico), cucino al volo l'hamburger che avevo previsto per cena, mangio, lavo i denti, mi vesto, scappo di corsa a Termini.

Arrivo al concerto. Un fiume di gente, in ritardo come me (il bello di essere italiani, e romani - ok di adozione), in fila all'ingresso. Trovo il posto che avevo prenotato, mi siedo (il vento nel frattempo ha asciugato i miei capelli). Faccio la prima cosa che fanno tutti gli organizzatori di eventi, maniaci come me: osservo il palco, le strutture, la disposizione delle sedute degli orchestrali, del pianoforte, i microfoni, sbricio l'impianto audio e quello luci; do un'occhiata al parterre e alle tribune, sembra una grande festa, è pieno di gente. Vi starete chiedendo: "ma non avevi detto che non volevi parlare del concerto?". Sì infatti. Non voglio. L'ultimo sguardo, che è stato anche il primo non appena in fila all'ingresso, è stato per la sicurezza. E' stato quello il momento in cui ho pensato al Bataclan, è stato quello il primo momento della serata in cui ho pensato: "e se stasera succedesse anche a me, qui, ora", in un istante ho guardato la seduta della fila davanti a me, ho calcolato che in fondo sono piccoletta, se mi rannicchio non mi si vede. Lo confesso, un pensiero stupido. Ma io l'ho avuto.

Nonostante la squisitezza del concerto, ho pensato più volte, per brevi istanti, al Bataclan mentre ero lì.

Per rientrare a casa, sono passata da Termini, scendendo dall'autobus noto quattro volanti della Polizia, in una piazza dei Cinquecento abitata dal suo consueto popolo della notte: passeggeri sugli autobus in partenza per l'ultima corsa, alcuni turisti in partenza o appena arrivati, senzatetto sul cartone che li accoglierà sotto il chiarore dell'ultima luna e il venticello estivo di questo 14 luglio, ormai 15, è passata la mezzanotte.

All'ingresso della stazione c'è il cambio della guardia, sono i militari dell'esercito. Attraverso la stazione, cammino verso casa, dovrei sentirmi al sicuro con tutta quella Polizia e quei militari, eppure... mi chiedo, ma come mai così tanti stasera?

La risposta la conoscete. Il senso di nausea è tornato più volte da questa notte. Le lacrime agli occhi anche.

Io, in tutto questo, cosa posso fare per arrestare quest'odio? Ognuno ha la sua risposta.

La mia non l'ho ancora trovata. Ma ho una certezza.

Non rinuncerò all'amicizia del mio vicino Siriano, né a quella del mio fruttivendolo Egiziano
(preciso: sono solo esempi rappresentativi e non esaustivi, delle decine di amici non italiani o con religione diversa dalla mia, che impreziosiscono la mia vita).

No. Non ci rinuncio.


sabato 1 agosto 2015

2Cellos, Roma bellissima!

2Cellos - Roma
2Cellos - Auditorium Parco della Musica, 31 luglio 2015
Di corsa, senza sosta, esco dal lavoro, aperitivo - gelato - cena, rientro a casa alle 20, doccia, mi preparo, in dieci minuti sono fuori, corro, anzi, volo verso l'autobus a termini, sono le 20:40 e alle 21 inizia uno strepitoso concerto alla Cavea dell'Auditorium Parco della Musica di Roma e non ho ancora il biglietto!
Corro con al seguito la mia macchina fotografica, ci sono, è rimasto un posticino centralissimo in tribuna, è mio, mi accomodo, preparo la macchina.
A scaldare il pubblico un musicista triestino, niente male il suo alternative folk, lui è The Leading Guy al secolo Simone Zampieri. Termina la sua esibizione ringraziando.
Il pubblico applaude, le luci sono basse, i tecnici preparano il palco... Eccoli accompagnati dai loro violoncelli elettrici, bianco e nero, Lukas e Stjepan, prima l'uno poi l'altro: i 2Cellos sono davanti a me.

Due violoncellisti croati di bravura eccezionale, tecnicamente eccelsi, ma strepitosi soprattutto nel loro connubio artistico tanto da non riuscire a pensarli separatamente.
Musicisti di formazione classica, suonano divinamente brani rock, pop, folk oltre che classici naturalmente; così brani di Peter Gabriel, Michael Jackson, U2, Sting ed Ennio Morricone cedono il passo l'uno all'altro in una staffetta illuminata da decine di teste mobili sul palco, per un unico grande spettacolo, fatto di luci, virtuosismi al violoncello accompagnati dalla batteria dell'energico Dušan Kranjc.
Si sono esibiti in una performance travolgente, i loro due caratteri perfettamente in sintonia, Lukas timido e dolcissimo, Stjepan simpatico e dirompente, hanno appassionato, entusiasmato e divertito il pubblico.
Stjepan racconta che si sono già esibiti a Roma, erano nell'orchestra di Elton John qualche anno fa, ora sono loro sul palco i protagonisti assoluti ... la prossima volta Elton John suonerà nella loro orchestra (scherza).
Salutano con l'inchino elegante e pieno di grazia dei "musicisti classici".

Quella di Roma è stata la terza tappa del tour italiano dei 2Cellos, iniziato a Torino e Ferrara, per proseguire, dopo Roma, a Molfetta e Tarvisio.

Parlano poco l'italiano i 2Cellos, ma di certo una parola l'hanno imparata bene: "bellissima".
Bellissima la loro performance sotto il cielo di un'estate romana friccicarella come non mai.

Nei prossimi giorni arriverà qualche scatto del concerto. Stay Tuned.
Come sempre grazie e buona musica a tutti!


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